giovedì 31 marzo 2016

SIAMO TOURNATI-LE TORTE SALATE & L'MTCHALLENGE IN TOUR

Ci sono giornate belle e giornate brutte nella vita di ognuno di noi, ci sono giornate stanche e giornate piene di vita, ci sono poi le giornate di lavoro intenso e quelle di vacanza assoluta...i giorni di ciascuno di noi nascono e si susseguono velocemente in un continuum in cui noi spesso ci perdiamo senza prestare attenzione al fatto che quel giorno non tornerà identico, non potrà ripetersi.
Ecco oggi non è un giorno qualunque, oggi è davvero un giorno speciale, che ho atteso con trepidazione, che ho voluto con impazienza, un giorno in cui un pezzo di me, delle mie passioni, di un meraviglioso mondo a cui appartengo, l'MTC, prende vita, spiega le ali e vola!
Per questo il buongiorno lo do a voi tutti che leggete dicendovi che SIAMO TOURNATI E CHE ESCE FINALMENTE IL LIBRO DELLE TORTE SALATE DELLA SFIDA CULINARIA PIU' FAMOSA DEL WEB E NON E' UN LIBRO COME TANTI, E' UN LIBRO FANTASTICO, FRUTTO DEL GRANDE LAVORO DI ALCUNE GRANDI PERSONE E DELLA PASSIONE PER LA CUCINA DI ALTRE PICCOLE MA GRANDI PERSONE!!!!
INSIEME ALL'USCITA DEL LIBRO, EDITO DA GRIBAUDO DEL GRUPPO EDITORIALE FELTRINELLI, PARTIRA' OGGI ANCHE IL NOSTRO TOUR DI PRESENTAZIONE!!!
ULTIMA COSA, MOLTO IMPORTANTE, PARTE DEL RICAVATO ANDRA' A SOSTEGNO DEL PROGETTO PIAZZA DEI MESTIERI DI TORINO CHE E' UN PROGETTO CHE HA COME OGGETTO L'ARGINARE LA DISPERSIONE SCOLASTICA DEI GIOVANI INSEGNANDO LORO L'ARTE DEGLI ANTICHI MESTIERI.



Come ho già scritto tutto questo è stato possibile solo grazie alla volontà e all'impegno di alcune grandi persone e vorrei ringraziare in modo particolare Alessandra Van Pelt Gennaro e Mai Esteve e poi tutta, tutta a community di cui faccio parte, con tutto il mio cuore!


domenica 27 marzo 2016

Brodetto di pescato con gnudi di mare e pasta al nero croccante .... la "mia" Casa dei doganieri.


Perchè io non esisto senza gli affetti, senza il cibo e senza le parole.





"La casa era piccola, a ripensarci oggi, era talmente piccola da chiedersi come potessero entrarci tante persone insieme e conviverci serenamente per un mese intero.
La casa era piccola eppure ai tuoi occhi di allora, appariva grande, piena di spazio dove nascondersi e giocare, piena di tesori da scoprire.
I tuoi occhi di allora erano dello stesso colore del mare,trasparenti, capaci di catturare ogni cosa, i tuoi occhi allora vedevano tutto come per la prima volta e il tuo cuore anche.
Quella casa sul mare, tipica casa dei  bagni per villeggianti, non era niente di speciale, simile a tutte le altre di quel genere si sviluppava in orizzontale; qualche camera da letto, un bagno, una sala e accanto una cucina, fuori un terrazzo stretto e lungo dal quale gli occhi, in fondo a file di ombrelloni a righe blu e arancioni potevano scorgere sempre la superficie del mare.
Tu, nel tuo costumino colorato, secchiello in mano e braccioli infilati dal primo giorno di Giugno al primo giorno di Luglio, passavi le tue giornate a correre, a scavare buche nella sabbia, a costruire castelli, a buttarti in acqua, a far arrabbiare i nonni ' perchè è presto per il bagno e non hai ancora digerito' e poi ' è tardi per il gelato, tra un pò si cena'. Quando ci pensi adesso ti viene da sorridere; non ti sei mai sentita male in acqua e non hai mai saltato la cena, non ci credevi all'epoca e non ci credi oggi quando senti la tua voce, quasi come appartenesse a qualcun'altro, ripetere le stesse frasi di monito a tua figlia.
Era il tempo sacro dell'infanzia, reso ancor più sacro dal fatto di essere in estate, in quella stagione unica in cui potevi serenamente liberarti delle scarpe, simbolo massimo delle regole e delle costrizioni, e stare tutto il giorno a piedi nudi, dentro casa sul pavimento di granito freddo e fuori sulla spiaggia bollente.
Eri una bambina vivace e curiosa, e pur non capendo ancora niente della vita percepivi che quei giorni erano preziosi e non volevi perderne nemmeno un attimo, forse anche per questo facevi impazzire tutti rifiutandoti di dormire.
In quella casa, della quale ricordi il colore bianco e il legno mangiato dalla salsedine i giorni trascorrevano velocemente, nonostante si ripetessero più o meno sempre uguali, ma per te ogni minuto era unico, diverso da quello appena passato.
Aspettavi con trepidazione il venerdì sera perchè era allora che arrivavano la mamma e il babbo: stare con i nonni era bellissimo, eri la più piccola e probabilmente per questo anche viziata, ma i giochi inventati dal babbo soltanto per te e i baci e le risate della mamma, durante la settimana, ti erano mancati. 
Scendevano dalla macchina dopo una settimana di lavoro, accaldati dal viaggio e tu correvi loro incontro, sapendo già cosa sarebbe successo nel fine settimana che a lungo avevi aspettato. 
Per prima cosa il babbo avrebbe tolto la camicia e i pantaloni lunghi e, al tramonto, si sarebbe immerso in acqua fino alle ginocchia con uno strano attrezzo legato al collo e ai fianchi avrebbe 'fatto telline', tu avresti avuto il permesso di fare il bagno accanto a lui proprio mentre il sole scomparendo nel mare lo insanguinava.
Sareste rientrati nella casina tardi e la mamma ti avrebbe lavato,  pettinato i capelli e abbracciato mentre le avresti raccontato tutte le scoperte fatte nei giorni passati. Poi sareste andati tutti in cucina, la mamma e il babbo avrebbero preso possesso dei fornelli per due giorni e i nonni avrebbero eseguito i loro ordini brontolando felici per i due giorni successivi, tu avresti potuto sbucciare i piselli freschi, lavare l'insalata, schiacciare i pomodori per la zuppa di pesce. 
Avreste mangiato telline, zuppette, cicale di mare saltate in padella, seppie ripiene e pesce fritto.Tanto pesce, sempre pesce, il pesce pescato all'alba dal nonno e dal babbo con le nasse, con la sciabica o coi palamiti; pescato con soddisfazione, con quella soddisfazione data dal lusso di poterlo fare solo per passione e non per lavoro.
La casa tutta sarebbe stata invasa dagli odori, dai colori, dai sapori di quel pesce che per te sarebbe diventato sinonimo di gioia, di vacanza, di amore.
Non lo sapevano ancora quei tuoi occhi di bambina che quel tempo sarebbe stato per te il tempo della magia...il tempo in cui tutto ciò che c'è è perfezione e ciò che manca può essere ,ancora, solo e soltanto possibilità.
Non lo sapevi ancora che quella casa bianca di legno sarebbe diventata oggi, occhi di rimmel, la tua personale 'Casa dei Doganieri': che avresti tenuto il capo del tuo filo mentre il ricordo dolce e malinconico insieme si allontana e che quel filo per te sarebbe stato filo di rete da pesca ed il rumore delle padelle e dei tegami in cui cuoceva il pesce sarebbe stato per te il punto di partenza, il punto da cui tutto nasce e in cui tutto muore laddove è ancora possibile stringersi e mangiare insieme a chi è andato e a chi resta."

Annamaria Pellegrino grazie! Grazie perchè con la tua proposta per la sfida di questo MTC n° 55 mi hai permesso di navigare in acque in cui mi sento sicura, di cucinare il pesce che è un cibo che amo e che cucino spesso nel mio quotidiano e purtroppo pubblico troppo poco sul mio blog. Grazie perchè chiedendoci di parlare di noi stessi, in qualche modo, hai legittimato un qualcosa che io faccio sempre, non tanto per scelta quanto per necessità, come ho scritto in apertura del post. Grazie perchè sei una maestra, della cucina, della penna e di eleganza. 
Grazie anche e sempre a tutto l' Mtc e a tutti coloro che lavorando tanto, con passione e amore rendono questo gioco davvero uno dei miei tesori di donna adulta.