mercoledì 14 marzo 2018

Trippa fritta con zabaione al Chianti Classico


Lui è un ragazzo pieno di doti. 
E' intelligente, di quell'intelligenza che fa crescere la stima delle persone intorno a te. 
E' divertente: ha la giusta dose di ironia, ha uno spiccato spirito d'osservazione e  la sensibilità giusta per conciliarli.
E' colto, soprattutto per la sua giovane età; ha la cultura bella di chi è curioso e non si accontenta.
E' appassionato, brucia in lui il fuoco sacro di chi si batte per le cose in cui crede. 
Lui è la vera anima della gioventù. La bellezza nel suo caso sarebbe un valore aggiunto e pazienza se non c'è.


Lei é bellissima, una bellezza acerba eppure finita.
E' bella tanto da provocare mancamenti nel genere maschile e invidie feroci in quello femminile.
Ha occhi chiari, grandi e profondi, capelli neri come la notte è minuta e proporzionata e quando sorride lo fa come se quel sorriso fosse l'ultimo e te lo stesse regalando.
Lei è una bellezza sfrontata ma anche è arrogante e sciocca, non ritiene di dover far nient'altro se non apparire, conquistare, non cura altro oltre sè.
Lei è la bellezza pura della gioventù.
La bellezza per lei è il valore per eccellenza, e meno male che c'è.
Lui la ama, com'è banale ma naturale, che sia.
Seduto sugli scalini davanti all'imponente portone della scuola le confessa i suoi sentimenti scegliendo le parole giuste, queste non banali, quelle sentite, vibranti, ironiche. 
Lei lo guarda negli occhi, sorride, buttando la testa di lato, con quel suo modo speciale di farlo, schiude le labbra e fingendo stupore dice:" Non immaginavo tu provassi queste cose per me, e ,anche se non sei non mi piaci, mi fa piacere. Comunque se vuoi possiamo rimanere amici...sei una persona così bella dentro!"
Lui non resiste, le sue doti non gli permettono di rimanere in silenzio e con un sorriso amaro ma delicato le risponde: " Non credo sia possibile rimanere amici ma mi farebbe piacere sapere esattamente cosa trovi più bello di me: stomaco, cuore, fegato reni o polmoni?"

Mentre guardo le striscioline di trippa sparse sul tagliere bianco di marmo e mi accingo a preparare una delle ricette contenute nel libro di Leonardo Romanelli, Il libro delle frattaglie, in occasione della giornata dedicata alla Trippa all'interno del progetto Calendario del cibo italiano, rifletto ancora una volta sulla bellezza di ciò che non è evidente apparenza; sul valore di ciò che sta sotto.

Sotto la superficie, sotto le convenzioni, sotto lo strato di inutili mode che invadono tanto il quotidiano quanto le nostre tavole e le nostre bocche.
Ciò che sta sotto quel che luccica pur non essendo oro, ciò che viene snobbato dai più e che andrebbe riportato alla luce, magari con un vestito nuovo, che lo renda accattivante anche agli occhi nostri, così poco abituati a guardare oltre la superficie.
Mentre cucino questa Trippa Fritta con Zabaione al Chianti Classico non posso che pensarla come una rappresentazione della bellezza interiore e non posso che ripensare a questa storia che mi raccontò Lui, che all'epoca era il mio compagno di banco.
Quando me la raccontò mi fece molto ridere, oggi, che sono cresciuta e la cucina è parte fondante di me, continuo a ripensare a questa storia ogni volta che cucino frattaglie e quinto quarto poiché ho imparato che la bellezza interiore può assumere mille e una 
sfaccettature, non ultima e non meno nobile quella che sta all'altezza dello stomaco. 
Per scoprire a pieno tutta la bellezza che anima la trippa e le frattaglie leggete questa bellissima intervista che Cristina ha fatto proprio allo stesso Romanelli.



Trippa Fritta con Zabaione al Chianti Classico
da "Il libro delle frattaglie" di Leonardo Romanelli

Ingredienti (per 6 persone)
600 g di trippa
1 mazzetto di prezzemolo
1 limone
300 g di farina
1 dl di olio evo
sale fino
pepe nero

per lo zabaione al Chianti Classico
3 tuorli d'uovo
75 g di parmigiano
3 dl Chianti Classico

Tagliare a listarelle la trippa e metterla in una terrina condendola con sale, pepe, il prezzemolo tritato e il succo di limone. Farla marinare per circa un'ora. A parte mescolare i tuorli con il parmigiano grattugiato in una bacinella. Con l'aiuto di una frusta montare l'impasto aggiungendo il vino, operando a bagnomaria. Passare la trippa nella farina e friggerla nell'olio; scolarla, asciugarla e salarla leggermente.




3 commenti:

  1. Mi ero innamorata di questa ricetta e di questo zabaione ovviamente! E a vedere questa trippa fritta dorata con lo,zabaione rosa tanto femminile conferma la mia impressione: i bad boys sposano bene le good girls 😊

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  2. Questa storia è stupenda così come lo è la tua realizzazione della trippa fritta con quello zabaione rosa che ingentilisce tutto. Molto molto invitante. Bravo Leonardo e brava tu che l'hai interpretato meravigliosamente! Grazie!

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  3. La trippa mobilitata! Nessuno avrebbe potuto far meglio.

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